Caltabellotta svetta fiera sopra un lembo dei Monti Sicani: una posizione che gli ha permesso d’avere un ruolo strategico in quest’area per oltre due millenni. Le necropoli dell’età del bronzo, assieme alle misteriose are sacrificali in pietra, attestano la sue remote origini: forse sorgeva qui l’antica città sicana di Inycon o la leggendaria Kamikos. Nel VI sec. a.C. i greci la chiamarono Triokala in virtù delle “tre” qualità che rendevano “bella” la città: difesa naturalmente, ricca d’acqua, fertile terreno. Nella II guerra servile (103-98 a.C.) fu devastata dai Romani poiché Triòcala fu uno dei centri della rivolta degli schiavi contro il potere di Roma. Poi ripopolata, la cittadella fu fra le prime sedi vescovili in Sicilia: dalla metà del secolo I d.C. fino all’età bizantina. Nel IX secolo giunsero gli Arabi che diedero alla città il nome di Qalat-Al-Ballut: fortezza delle querce, da cui deriva l’odierno Caltabellotta.
Dopo la vittoria sugli Arabi, i Normanni edificarono varie chiese nel centro storico ed un Castello: venne firmata qui, nel 1302, la Pace di Caltabellotta, riportata in tutti i libri di storia poiché pose fine alla sanguinosa guerra tra gli Angioini (francesi) e gli Aragonesi (spagnoli) per il dominio sulla Sicilia. Anche la Cattedrale è di fondazione normanna: la facciata che s’impone severa al centro d’un immenso piazzo contrasta con i vivaci stucchi rinascimentali del Gagini e del Ferraro posti al suo interno. Risale all’età normanna anche la vicina Chiesa del SS. Salvatore che si presenta con un piccolo portale a ogiva. Molto suggestiva anche la piccola Chiesa Rupestre della Pietà, forse d’origine bizantina, ricavata in parte nella roccia.
Ai piedi della Rupe Gogàla sorge la Chiesa di Sant Agostino, d’impianto trecentesco ma dall’inconfondibile portale barocco. Al suo interno si conserva la scultura policroma de “La Deposizione” del Ferraro e il simulacro di Maria SS. Dei Miracoli cui è dedicata una suggestiva festa nell’ultima domenica di Luglio. L’Eremo di San Pellegrino che domina il paese risale, invece, al XVI secolo. Fu edificato a ridosso di due grotte dove la tradizione vuole sia vissuto San Pellegrino che scacciò via da lì un diabolico drago che affliggeva la città e i suoi abitanti. Nella centrale piazza Umberto I, la Chiesa del Carmine o Chiesa Madre Nuova ospita nell’altare una splendida staua cinquecentesca della “Madonna delle Grazie” di Antonello Gagini.
Negli ambienti dell’antica Sinagoga sorge, invece, il Museo Civico: tappa irrinunciabile per tutti gli appassionati d’arte. Al suo interno potrete, infatti, ammirare le straordinarie sculture del maestro Salvatore Rizzuti: geniale artista contemporaneo capace di dare nuova espressione e forma ai “temi culturali” della Sicilia. Non mancate di visitare anche il laboratorio di scultura Tecne del maestro Salvatore Rizzuti, aperto da Maggio a Settembre: se siete fortunati potrete incontrare e apprezzare il grande scultore all’opera.
Caltabellotta: distanza da Agrigento 40 Km circa
Percorsi Arte & Fede: Eremo di S. Pellegrino, Cattedrale e Chiesa della Pietà sono aperti tutti i giorni da Aprile e per tutto il periodo estivo dalle 10:00 alle 13:30 – dalle 15:30 alle 19:00 con visite guidate a cura dell’Ass. Culturale Peregrinus.
I contatti sotto riportati riguardano enti e associazioni che offrono informazioni e/o servizi al turista.
Ass. Culturale Peregrinus: visite guidate
Comune di Caltabellotta: le coordinate sotto riportate individuano Piazza Umberto I
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GPS
N 37° 34' 37.02''
E 13° 12' 57.68''
Google maps
37.57695, 13.21602
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