Luoghi e percorsi da scoprire tra Arte Fede e Cultura
Al tempo delle Crociate, il Conte normanno Ruggero D’Altavilla strappò Agrigento agli arabi nel 1087. Come in ogni guerra la conquista aveva causato molti disastri e miseria e Ruggero volle subito avviare la rinascita della città fortificandola e pacificando le diverse civiltà che l’abitavano. Da uomo di fede, volle anche ricomporre subito la Chiesa agrigentina. Dopo due secoli di dominazione musulmana la ricostruzione della diocesi e l’evangelizzazione della popolazione appariva un compito assai arduo. Una missione che richiedeva eccelse doti umane e spirituali. Ruggero volle come Vescovo Gerlando di Besançon e Gerlando volle una nuova Cattedrale che costruì in soli 6 anni ( 1093 – 1099) nel punto più alto della città, forse nei pressi d’un antico tempio dedicato a Zeus. Le grandi qualità umane e spirituali del nuovo Vescovo ne fecero presto una figura amatissima da tutti gli agrigentini, sia umili che abbienti: persino illustri personaggi di altri credi religiosi si convertirono.
I Normanni diedero ad Agrigento un nuovo nome, così l’araba “Kerkent” divenne “Girgenti”: nome che mantenne fino al 1929. Gerlando fu presto acclamato Santo e poi Santo Patrono di Agrigento. Da parte dei fedeli, ancora oggi, il suo nome viene invocato a difesa di calamità naturali con il motto “San Giullannu, senza dannu” cioè “San Gerlando difendici da ogni danno”. San Calogero è l’unico Santo a contendergli nel cuore degli agrigentini questa grande devozione.
Presso il MUDIA – Museo Diocesano – nella Sala dedicata a San Gerlando è possibile ammirare una statua lignea che lo raffigura e, nella Sala Medievale, l’Altarolo di San Gerlando: un piccolo altare portatile in uso dai crociati per celebrare messa nei campi di battaglia. Ma qual è il nesso fra San Gerlando e l’Altarolo? Questo, assieme ad altri, è uno dei misteri della Cattedrale.
Nella navata nord è stato recentemente allestito un piccolo e suggestivo spazio museale: la “Sala dei Sarcofagi” un autentico tesoro archeologico composto da due sarcofagi di età greca e due di epoca romana perfettamente conservati. Tra essi spicca un vero gioiello scultoreo romano, il famoso Sarcofago di Fedra: un capolavoro che racconta con bassorilievi di sublime bellezza il mito di Ippolito e Fedra. “Credo di non aver mai veduto nulla di più superbo in fatto di bassorilievi” (…) “L’opera è perfettamente conservata, per me, la ritengo un modello del periodo più leggiadro dell’arte”. Così scriveva Goethe nel 1787 durante il suo “Viaggio in Italia” davanti alla sublime bellezza del Sarcofago di Ippolito e Fedra risalente al III sec. d.C. e usato come fonte battesimale. Oggi, dopo 40 anni di custodia presso altre sedi, questo tesoro archeologico celebrato dai viaggiatori del Grand Tour fa ritorno alla Cattedrale per continuare a meravigliare i visitatori.
Il nucleo originario della basilica corrisponde oggi al transetto con monofore e la Torre dell’orologio da cui si domina la vista dell’intera città. Nei secoli successivi alla fondazione, la Cattedrale fu un cantiere senza sosta di lavori che la rimodellarono rendendola alla fine una rara composizione di stili. Oggi l’edificio si presenta con una pianta a croce latina a tre navate divise da arcate a sesto acuto poggianti su pilastri ottagonali e sormontate da un magnifico soffitto ligneo. In un’urna di vetro, alloggiata in una nicchia sulla navata sud, c’è il corpo imbalsamato di San Felice Martire, anche se la tradizione vuole che sia il corpo di un cavaliere ma quale? Un altro intrigante mistero. Di stile rinascimentale è la facciata e la Torre Campanaria che mostra sul lato rivolto alla Via Duomo splendide monofore cieche del ‘400 e un magnifico balcone da cui si può godere il panorama più bello della città.
La Torre Campanaria ospita al suo interno alcune memorie legate a Suor Maria Crocifissa, al secolo Isabella Tomasi di Lampedusa, antenata di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: l’autore del celebre romanzo “Il Gattopardo”. Fra i vari cimeli custoditi c’è la “Lettera del diavolo”: scritta con caratteri che ricordano il sanscrito, tuttora indecifrata e avvolta dal più fitto mistero. Lo stile barocco impreziosisce le pareti del Coro e del corpo centrale della chiesa con uno straordinario tripudio di stucchi, decori, e affreschi. Di rilevante importanza è il “Tesoro della Cattedrale” custodito nelle sale del MUDIA – Museo Diocesano allestito all’interno del Palazzo Vescovile, ubicato a pochi passi dalla Cattedrale.
La Cattedrale è visitabile accedendo dall’ingresso principale situato in piazza Don Minzoni.
Dalla Cattedrale si accede alla Sala dei Sarcofagi, alla Torre Campanaria e alla Torre dell’Orologio.
Dal 4 Novembre a Marzo aperto da Martedì a Domenica, dalle 10:00 alle 13:00.
Da Aprile al 3 Novembre: aperto tutti i giorni dalle dalle 10:00 alle 19:00
Biglietto All-in: MUDIA Museo Diocesano + Cattedrale + Torri + Sala dei Sarcofagi + Chiesa di Santa Maria dei Greci = € 7 a persona
Biglietto All-ln ridotto*: età compresa fra i 18 e i 25 anni = € 5,00
Gratuito* : Minori di 18 anni – Accompagnatori di gruppi in servizio – Disabili – Residenti nel territorio della Diocesi di Agrigento – Ecclesiastici – Giornalisti – Soci ICOM – Pellegrini MVG con testimonium
Spazi monumentali della Cattedrale: biglietto Singolo € 5.00
(*) è necessario esibire documento idoneo
Cattedrale di San Gerlando: contatti per informazioni e prenotazioni visite, anche in orari o giorni diversi da quelli indicati.
tel. +3909221757749
Cattedrale di San Gerlando Piazza Don Minzoni – 92100 Agrigento
Le coordinate sotto riportate individuano il Punto d’Interesse da visitare
GPS
N 37° 18' 50.51''
E 13° 34' 32.96''
Google maps
37.31403, 13.57582
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