Il nome “Ribera” è di origine spagnola e vuol dire sia“riviera” sia “bacino di un fiume”. Dunque non poteva ricevere nome più appropriato una città che sorge vicino al mare nonché al centro di un territorio irrigato da tre fiumi: il Verdura, il Magazzolo e il Platani. A circa 4 km dal centro abitato, sopra un promontorio affacciato sulla valle del fiume Verdura, potrete ammirare i medievali resti del Castello di Poggiodiana con la sua suggestiva torre circolare coronata da beccatelli. Ribera è famosa per una produzione ortofrutticola di eccellente qualità, come le minuscole e squisite fragoline e le più famose Arance di Ribera DOP o Riberella: dalla polpa bionda, senza semi, ricche di proprietà benefiche e dal sapore delizioso. Una bontà celebrata, nel mese di Aprile, con la Sagra dell’Arancia caratterizzata da degustazioni di marmellate, dolci e frutta fresca. Il Castello di Poggiodiana è tra le attrazioni più rilevanti della zona: La suggestiva roccaforte di età normanna, sorta su di un antecedente fortilizio Arabo, e successivamente rimaneggiata nei secoli, prende il nome da una nobildonna: Diana Moncada, figlia del principe di Paternò Luigi Guglielmo Moncada e moglie del conte Vincenzo Luna. Oggi del Castello restano gli affascinanti ruderi sui quali spicca una rara torre cilindrica coronata da beccatelli.
Nel centro storico di Ribera, si distinguono per importanza la Chiesa dell’Immacolata, in via Roma, e la Chiesa Madre situata nella piazza principale dove spicca la scultura dedicata a Francesco Crispi, noto statista italiano nato qui. La Chiesa Madre di stile Rococò, danneggiata dal terremoto del 1968 e poi restaurata, è dedicata al patrono San Nicola di Bari. Al suo interno, potrete ammirare sull’altare maggiore un dipinto di fine ‘700, opera del maestro saccense Gaspare Testone, raffigurante la Madonna del Rosario con Gesù Bambino, San Domenico e Santa Caterina da Siena. Nei pressi dell’ingresso campeggia una lapide decorata con motivi nobiliari: qui giace il Barone Girolamo Turano Campello morto nel 1759, uomo devoto e benemerito, che contribuì attivamente alla realizzazione della Chiesa Madre.
Originariamente la lapide e le spoglie del Barone erano collocate nel pavimento della chiesa così come altre tombe gentilizie dell’epoca. Il devastante terremoto del 1968 e un primo intervento inadeguato distrussero purtroppo le altre. Il Barone Turano Campello amministrò la città di Ribera e fu anche governatore della confraternita del SS. Rosario. Infatti, al momento della riesumazione per il ricollocamento della lapide, fu trovato con addosso una tunica di fodera marrone, il saio della confraternita.
Non mancate di visitare anche la Chiesa dell’Immacolata: un piccolo gioiello del tardo barocco nota anche come Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio in virtù del bellissimo dipinto dell’Immacolata, opera del maestro saccense Francesco Trisca, che raffigura la Madonna mentre conforta le sofferenze delle anime del Purgatorio portando la luce del Paradiso.
A circa 4 km dal centro abitato, sopra un promontorio affacciato sulla valle del fiume Verdura, potrete ammirare i medievali resti del Castello di Poggiodiana con la sua suggestiva torre circolare coronata da beccatelli. La Riserva Naturale della Foce del Platani rientra in buona parte nel litorale di Ribera ed è raggiungibile attraversando la frazione balneare, appena fuori città, di Borgo Bonsignore. La spiaggia, invece, più vicina al centro cittadino è quella de lido Secca Grande.
Ribera: distanza da Agrigento 42 Km circa.
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Comune di Ribera: Centralino
Ass. Ribera e le sue Bellezze
Comune di Ribera: le coordinate sotto riportate individuano la piazza principale del centro storico.
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GPS
N 37° 30' 9.26''
E 13° 15' 56.2''
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37.50257, 13.26561
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