I giorni dei festeggiamenti con sfilate di carri allegorici, musica e danze per le strade
Volete scoprire l’area archeologica più vasta della Sicilia e del mondo? Ecco informazioni aggiornate su cosa vedere nella Valle dei Templi di Agrigento: ben 1300 ettari vi aspettano per una avvincente passeggiata fra curiosità e recenti scoperte. Immersa fra ulivi secolari, mandorli e macchia mediterranea, la Valle dei Templi è ciò che resta della fiorente città di Akragas, fondata nel 582 a.C. da coloni provenienti dalla vicina città di Gela e dall’isola di Rodi. La città fu edificata sopra un vasto altopiano cinto da due fiumi e delimitato, a nord, dal Colle di Girgenti e dalla Rupe Atenea, a sud, da un lungo costone da cui ancora oggi spiccano le mirabili architetture dei templi dorici. Celebrata in ogni epoca da illustri personaggi, da Pindaro a Goethe, dopo 2600 anni la Valle dei Templi incanta e regala emozioni ancora oggi, soprattutto in primavera e nelle sere d’estate quando diventa uno scenario magico e prestigiosa sede di vari eventi culturali. A oriente, lungo un costone roccioso che domina il mare, svettano il Tempio di Giunone, il Tempio della Concordia e il Tempio di Ercole, mentre nell’area occidentale del parco potrete ammirare i colossali resti del Tempio di Giove Olimpio, le rovine del Santuario delle divinità Ctonie, il Tempio dei Dioscuri e il Tempio di Vulcano. Ma i templi dell’antica Akragas non finisco qui: a differenza, infatti, delle città greche della madre patria, i templi di Agrigento non si concentravano sopra un’acropoli. Essi piuttosto punteggiavano, come le gemme di un diadema, il perimetro della città. Di molti non vi è rimasto nulla, ma di altri sopravvive qualcosa come i resti del Tempio di Demetra (attualmente non fruibile) sui quali, in epoca medievale, i normanni edificarono la Chiesa di San Biagio, e i resti del Tempio di Atena nell’attuale centro storico, sul Colle di Girgenti: la Chiesa di Santa Maria dei Greci fu edificata nel XII secolo proprio sul basamento, ancora visibile, del tempio greco. A sud della collina dei Templi si trova il piccolo Tempio di Esculapio, il dio della medicina: un tempio volutamente edificato fuori dalle mura per agevolare le persone sofferenti che qui giungevano da ogni dove per seguire i rituali curativi.
Come tutti i templi dorici in Magna Grecia, anche i 10 Templi di Agrigento avevano l’ingresso rivolto verso est, in modo che la statua della divinità posta all’interno fosse illuminata dal sole nascente. Ad Agrigento i templi sono stati edificati a partire dal IV sec. a.C. con pietre di tufo calcareo dal colore ocra. Anche se oggi li vediamo così, essi erano originariamente ricoperti da una malta bianca e dipinti solo nella parte superiore. Letteralmente brillavano di luce sotto il sole: uno spettacolo da togliere il fiato.
Tempio di Giunone. Il tempio collocato più alto è quello di Giunone: era il primo tempio sulla via sacra a ricevere la luce del sole, questo perché la dea Hera o Giunone proteggeva non solo le unioni ma anche le nascite ovvero i bambini venuti alla luce. Nell’area antistante il tempio si può ancora vedere l’altare in cui venivamo celebrati i riti matrimoniali e le nascite. Nel 406 a.c. fu incendiato dai Cartaginesi che misero a ferro e a fuoco la città: le tracce di questo terribile rogo sono quelle chiazze rossicce ancora visibili sui blocchi delle rovine circostanti.
Tempio della Concordia. L’elegante Tempio della Concordia costituisce, assieme al Theseion di Atene e al Tempio di Nettuno di Paestum, il tempio dorico meglio conservato al mondo. Sul finire del VI sec. d.C. esso venne trasformato in una basilica cristiana dedicata ai Santi Pietro e Paolo e ciò lo ha preservato quasi integro fino a noi. Il nome “Concordia” deriva da una iscrizione latina incisa su di una lastra in pietra ritrovata nei dintorni. Oggi questa lastra si trova nel chiostro del Museo Archeologico “Pietro griffo”, adiacente alla bellissima Chiesa di San Nicola.
Tempio di Ercole. Quello di Ercole è uno dei templi più antichi della Valle, forse il più antico. Cicerone racconta che la statua di Eracle, situata all’interno del Tempio, fosse talmente bella da avere una parte del volto consumata a causa dei ripetuti baci e carezze fatte dai fedeli che si recavano a pregarlo e chiedere la sua protezione.
Tempio di Zeus. Come la maggior parte dei Templi della Valle, il Tempio di Giove Olimpio fu edificato nel V secolo a.C. per ringraziare il padre degli della schiacciante vittoria ottenuta ad Himera sui Cartaginesi. Il Tempio di Zeus era un tempio dalle misure eccezionali, simili a quello di un odierno campo di calcio e anche se oggi è un enorme cumulo di rovine c’è qualcosa che ci dà subito l’idea della sua enorme grandezza: il Telamone. Il semicolonnato della parte superiore del Tempio era intervallato da ciclopiche statue dette Telamoni alti ben 7 metri e mezzo circa. Il gigante di pietra adagiato in quest’area è un calco del Telamone originale custodito all’interno della Sala Zeus del Museo Archeologico.
Tempio dei Dioscuri e Santuario delle Divinità Ctonie. Adiacente alle rovine del Tempio di Giove si estende l’area di culto dedicata alle divinità Ctonie, ovvero della fertilità, come Demetra e Persefone. Tra i ruderi spiccano i “bothros”: pozzi sacrificali di forma circolare, di cui il più grande è vicino al Tempio dei Dioscuri o Castore e Polluce: figli gemelli di Zeus. Seppur uno fosse mortale e l’altro immortale, i due fratelli erano talmente uniti che quando uno morì decisero di alternarsi nella permanenza nell’Ade. Su questa area del parco si apre Porta V: la più suggestiva delle porte dell’antica città poiché, oltre a introdurre all’area votiva, presenta delle analogie con le “Porte Scee” narrate nell’Iliade. Nel vallone antistante al Tempio dei Dioscuri sorge il Giardino della Kolymbethra: oggi è una lussureggiante oasi verde gestita dal FAI che ne ha fatto uno dei 10 giardini più belli d’Italia. Tuttavia, nel V sec a.C. questo giardino era un incantevole bacino idrico, alimentato dagli Acquedotti Feaci: ingegnose opere idrauliche da cui ancora oggi sgorga l’acqua per l’irrigazione. Di recente uno di questi antichi Ipogei è diventato visitabile con l’ausilio di personale esperto.
Tempio di Vulcano o Efesto. Oltre il vallone della Kolymbethra, fra ulivi secolari, spuntano le due colonne rimaste del Tempio di Vulcano, dio dell’arte metallurgica. Le particolari scanalature delle colonne lo avvicinano ai templi del successivo periodo Ionico, pertanto si suppone che il Tempio di Vulcano sia stato costruito per ultimo nella Valle dei Templi.
Oltre ai templi ci sono altri monumenti dell’area archeologica che meritano di essere visitati: il prestigioso Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” di Agrigento che propone in 11 sale una eccezionale raccolta di reperti fra i quali spiccano i magnifici vasi attici, la bellissima statua dell’Efebo di Agrigento, e il gigantesco Telamone. Il Museo sorge nei luoghi dell’ex monastero Cistercense di cui conserva alcuni peculiari ambienti come il chiostro. La medievale Chiesa di S. Nicola, contigua al Museo, ospita il “Sarcofago di Fedra” : fulgido esempio di scultura romana in Sicilia. Nei pressi del Museo troverete anche il bouleuterion e l’ekklesiasterion: gli importantissimi luoghi dell’assemblea cittadina. Prospiciente al Museo vi è il Quartiere Ellenistico-Romano: le varie abitazioni riportate in luce sono disposte secondo un regolare schema urbanistico a isolati. Di recente proprio quest’area compresa fra il Museo archeologico e il Quartiere Ellenistico Romano è stata interessata da operazioni di scavo tutt’ora in corso che hanno condotto a scoperte davvero sorprendenti: Il Teatro Ellenistico, con un diametro di circa 95 metri, un Tempio Romano su podio, forse un Capitolium, d’età imperiale e una Terme romana di cui è stato ritrovato il “calidario”, la parte che garantiva il calore. Tre elementi architettonici e urbanistici che comprovano la straordinaria importanza che questa zona, l’Agorà superiore della città, rivestì nel periodo compreso fra la seconda metà del III secolo a.C. e il 210 a.C. con l’arrivo dei Romani. L’epoca in cui in meno di un secolo la greca Akragas divenne la romana Agrigentum.
Il Parco Archeologico di Agrigento ha tre ingressi: uno a est presso il “Tempio di Giunone”, uno a ovest presso “Porta V” e uno a nord presso il “Teatro Ellenistico”: quest’ultimo è adiacente al Quartiere Ellenistico Romano ma è aperto solo nei mesi estivi. Ciascun ingresso della Valle dei Templi dispone dei seguenti servizi: parcheggio, biglietteria, info-point. Per sapere gli orari, il costo dei biglietti, le riduzioni, il numero di telefono ed altre informazioni clicca qui.
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