Personalità

La Valle dei Templi e il Capitano

La maestosa bellezza della Valle dei Templi di Agrigento molto deve ad un ufficiale inglese, forse l’ultimo dei grandi protagonisti del Grand Tour ad Agrigento. Si può dire che la Valle dei Templi sia nata due volte: la prima nel V sec. a. C., la seconda intorno agli anni ’20. Potrebbe sembrare una battuta ma non è così. Nel 1921 giunse ad Agrigento un treno dal quale scese un turista molto distinto e piuttosto singolare: l’ex capitano dell’Esercito Inglese Sir Alexander Hardcastle, accompagnato dal fratello sacerdote. Il Capitano aveva 49 anni, era un uomo alto, magro e con gli  occhiali, dall’aria intelligente e distaccata come di chi è curioso e ama un po’ sognare ad occhi aperti. A Londra aveva fatto amicizia con Cesare De Angelis, proprietario di un bel hotel in centro storico,  e spinto dalla passione per l’archeologia aveva accettato il suo invito a vistare Agrigento. Hardcastle era già stato in Italia e da Capitano della Royal Navy aveva visto il mondo ma quando giunse ad Agrigento restò incantato dalla bellezza dei Templi, dal paesaggio e perfino dalla peculiare conformazione delle nubi.

Fu talmente rapito dalla meraviglia che lo circondava da non voler più ritornare a casa dimenticando la sua patria e persino la sua famiglia. Perdutamente innamorato della Valle sentì il richiamo delle tante ricchezze archeologiche che aspettavano sotto il suolo di essere liberate dalla terra. Acquistò come dimora una villa situata a fianco delle rovine del Tempio di Ercole, Villa Aurea, e poi diede subito inizio ad una instancabile serie di scavi archeologici, opere di pubblica utilità e restauri, fra cui anche la Chiesa di Santo Spirito, in centro storico. In dodici anni, finanziando tutto con il proprio patrimonio, fece per Agrigento ciò che nessuno aveva mai fatto prima. Con l’aiuto di Pirro Marconi, allora giovanissimo archeologo, avviò la ricomposizione delle colonne del Tempio di Ercole e gli scavi nell’area del Tempio di Giove che riportarono alla luce tre teste di Telamone, oggi custodite al Museo Archeologico assieme ad altri magnifici reperti trovati negli scavi presso il Tempio di Demetra. Finanziò anche campagne di scavo presso il Tempio di Esculapio, nonché sulla cinta muraria orientale della polis. Insomma, se oggi la Valle dei Templi è un patrimonio UNESCO è merito dell’energica e generosa passione di Alexander Hardcastle. La prodiga attività del Capitano verso la Città dei Templi cessò solo con la sua morte avvenuta nel giugno del 1933. Morì povero e in preda ai deliri: la crisi del 1929 causò il fallimento della banca londinese in cui riponeva il suo patrimonio gettandolo così, da un giorno all’altro, nella completa disperazione. Per sua volontà fu seppellito nel cimitero cittadino, in una tomba modesta ma rivolta alla sua amatissima Valle. Grazie infinite Capitano.

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