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Lungo il litorale di Realmonte, vicino Agrigento, si trova un’autentica perla del mare di Sicilia, la Scala dei Turchi: un capolavoro della natura. Una bianchissima scogliera a picco sul mare cui il vento, la pioggia e le onde hanno dato la forma di una magnifica scalinata naturale. La costa di Agrigento è ricca di tanti magnifici posti, ma la bellezza suggestiva di questo luogo è davvero unica. Il nome Scala dei Turchi pare provenga dalle incursioni dei pirati saraceni che nel 1500 approdavano proprio in queste insenature, scalavano la scogliera e assalivano i villaggi vicini. Questo luogo straordinario ha ispirato proverbi e alcune leggende popolari ma solo una riguarda una sfortunata storia d’amore.
Nel mare antistante la Scala dei Turchi c’è un particolarissimo scoglio chiamato “u’ Scogliu di u Zitu e a Zita”, ovvero “lo scoglio del fidanzato e della fidanzata”. Un nome nato da una storia d’amore, quella fra Peppe e Rosalia segnata dalle differenze sociali. La tradizione popolare racconta che durante una passeggiata in compagnia della governate, Rosalia, figlia di un facoltoso signore di Realmonte, vide Peppe, un umile operaio che trasportava un sacco. Uno scambio di sguardi, di muti sorrisi e fra i due fu subito amore. Un sentimento da subito osteggiato dal padre di Rosalia che non voleva certo dare un misero operaio in marito alla propria figlia. I due giovani cominciarono a vedersi di nascosto all’imbrunire. Sapendo di non poter ottenere l’assenso paterno al proprio amore, dopo un po’ di tempo Rosalia iniziò a non toccare più cibo. Il padre, preoccupato, consultò un dottore. “La ragazza si è ammalata di malinconia”, disse il medico che suggerì delle lunghe camminate all’aria aperta. Passeggiate che divennero presto altre occasioni di fugaci incontri fra i due innamorati. Ciò non sfuggì all’occhio vigile della governate che puntualmente riferì tutto al padre di Rosalia. Il genitore montò su tutte le furie e giurò alla figlia che l’avrebbe rinchiusa in un convento per porre fine a questa infatuazione che offendeva il prestigio della famiglia. A fronte di questa durissima decisione Peppe e Rosalia s’incontrarono di nascosto un’ultima volta sulla scogliera della Scala dei Turchi. Era una placida notte d’estate e sotto una luna infinita si abbracciarono a lungo. Poi, giurandosi amore per sempre, si lanciarono fra le onde. Non molto tempo dopo nel punto esatto dove i due finirono spuntarono due particolarissimi scogli: uno sporgente e l’altro disteso, appena sotto il pelo dell’acqua, ma tenuti insieme, come per mano, da una sottile striscia di roccia. Sembra che da quel giorno, nelle notti di luna piena, quando il mare è calmo, chi si trova a passare con la barca nei pressi degli scogli possa udire il mormorio di una dolce cantilena: la voce di Rosalia canta a fianco di Peppe il loro amore reso eterno dal mare. Ecco perché, ancora oggi, lo scoglio sporgente della “Rocca Gucciarda” viene chiamato da tutti gli abitanti del luogo, marinai e pescatori “u’ Scogliu di u Zitu e a Zita”.
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